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#cheauto! Ottobre 2021

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Nr.

61

Ottobre 2021

0 0 , 0 €

LE GENTILAUTO nuova HONDA HRV nuova KIA Sportage NISSAN Leaf 10 Anniversary Silk Faw S9 il futuro secondo Bosch la mitica Maserati Tipo 61

... e tanto altro ancora ...

tutto sulla FORD Puma


Nr.

61

Ottobre 2021

SOMMARIO 7 #chefoto! 22 #cheroba! Le gentilauto 36 #chebella! Silk Faw S9 48 #chemacchina! Ford Puma 66 #chemacchina! Nissan Leaf 78 #cheleggenda! Maserati Tipo 61 86 #chestoria! Bosch: futuro sicuro 96 #chestoria! Ibrido Blu 102 #chenovità! Kia Sportage 110 #chenovità! Honda HR-V




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#chefoto

Aura è un concept di auto sportiva completamente elettrica. Finanziata dall'Office for Zero Emission Vehicles attraverso la Niche Vehicle Network, la concept car Aura è stata progettata, sviluppata e costruita a mano da quattro aziende britanniche ed è spinta da un propulsore completamente elettrico a trazione posteriore. L’auto è in grado di raggiungere un'autonomia di circa 400 miglia grazie a due batterie da 44 kWh, posizionante una nella parte anteriore e l'altra sotto il telaio dell'auto, una soluzione che migliora la dinamica di guida grazie ad una distribuzione dei pesi neutra


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#chefoto

La nuova creazione Brabus (basata sulla Mercedes AMG GLE 63S 4MATIC+ Coupe) minaccia di essere il più potente e veloce suv omologato al mondo. Il propulsore Brabus 900 twin-turbo V8 (portato a 4.5 litri) arriva ora a 900 cavalli con una coppia di 1,250 Nm e spinge la vettura a prestazioni incredibili: da zero a 100 km/h in 3.2 secondi e 330 km/h di velocità massima Poggiata su cerchi forgiati da 24 pollici la nuova Brabus verrà prodotta in soltanto 25 esemplari e venduta ad un prezzo di 381,243 euro (prezzo valido in germania, IVA esclusa)


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#chefoto


Da poche settimane ha aperto al Museo Ferrari di Maranello la mostra “The Meaning of Partnership”, che celebra la storica collaborazione del Cavallino Rampante con Philip Morris International. L’accordo fra le due Società venne infatti siglato da Enzo Ferrari in vista della stagione agonistica 1973 e sino ad oggi sono ben 461 i Gran Premi disputati e 130 le vittorie festeggiate fianco a fianco. All’ingresso della mostra il visitatore è accolto dalla scocca della Ferrari F1 3-Seater, simbolo dell’unicità delle esperienze nate sotto l’egida di questa storica collaborazione. La 3-seater è una Formula 1 progettata da Rory Byrne nel 2003 sulla base della vittoriosa F2002, poi rivisitata nel 2013, ed è in grado di ospitare due passeggeri oltre al pilota


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#chefoto


Da pochi giorni Ford ha presentato la nuova Fiesta, che raggiungerà il mercato italiano nel 2022. Con un’estetica rinnovata, un potenziamento delle tecnologie e una sofisticata propulsione mild hybrid, la compatta dell’Ovale Blu si rilancia pertanto a 360 gradi. La tecnologia mild hybrid del motore EcoBoost Hybrid da 48 V contribuisce a ottimizzare l’efficienza e i consumi di carburante e, simultaneamente, potenzia la dinamica di guida, già molto apprezzata, con un’accelerazione più reattiva. Inoltre la propulsione si integra alla perfezione con l’opzione di cambio automatico a sette rapporti PowerShift, capace di garantire un cambio di marcia rapido e fluido come mai è stato possibile sulle Fiesta



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#chefoto

Partita e arrivata a Mantova si è disputata a metà settembre la 31ª edizione del Gran Premio Nuvolari, edizione che ha segnato la forte ripartenza sia per quanto riguarda la presenza di pubblico che per quanto riguarda il numero di partecipanti. Il mito del “Grande Tazio” è sempre forte e presente e in questa bella atmosfera va messa in archivio la vittoria dell’equipaggio Lorenzo e Mario Turelli, alla guida di una Fiat 508 S Sport Coppa d’Oro del 1934. Secondo posto per Moceri - Pizzuto (Fiat 508 C del 1939) e terza piazza per Passanante – Moretti, piloti di grande esperienza e veterani della competizione, a bordo di una Fiat 508 C del 1937


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#chefoto

La MG Maze si rivolge alla prossima generazione di automobilisti ed esplora il futuro del trasporto urbano, tentando di riunire mobilità e gioco: "Con Maze abbiamo voluto immaginare come potrebbe essere il futuro di una comunità di automobilisti, partendo dalla base di fan e dal seguito di MG. Il passaggio al digitale è inarrestabile, quindi abbiamo voluto creare un concetto che collegasse la realtà digitale a quella fisica, che ci dà la vera gioia di guidare" ha detto in merito Carl Gotham, Advanced Design Director. Il concept MG una due posti urbana, compatta capace della massima agilità e funzionalità e i suoi obiettivi principali sono l'alta tecnologia e il design emozionale. L'esterno presenta un guscio trasparente, la superficie esterna è fluida e dinamica, con elementi a vista del telaio e dell’architettura interna, che altrimenti rimarrebbero nascosti. All'interno, sono stati sviluppati sedili leggeri e tecnologia UX/UI, mentre lo sterzo è controllato non da un volante ma dallo smartphone del guidatore



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#chefoto

Tra 100 giorni scatterà la Dakar 2022 e Audi si prepara ad affrontare una delle sfide più impegnative schierando al via un innovativo prototipo elettrico con range extender, probabilmente la vettura da competizione dei quattro anelli più evoluta e complessa mai realizzata. Audi RS Q e-tron è dotata di tre powertrain derivati dalla monoposto Audi e-tron FE07 di Formula E: due MGU (Motor Generator Unit), una in corrispondenza di ciascun assale, si occupano della trazione, mentre una terza unità agisce quale generatore per contribuire alla ricarica della batteria ad alto voltaggio, specie in frenata. Non essendo possibile attingere energia nel deserto, Audi ha optato per una soluzione on board. L’accumulatore viene infatti rifornito durante la marcia grazie all’azione di un range extender, funzione affidata al performante quattro cilindri TFSI (turbo a iniezione diretta della benzina) derivato dal motore utilizzato in passato nel DTM


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#cheroba


LA RIEVOCAZIONE DELLA ARONA - STRESA - ARONA

LE GENTILAUTO

LA RIEVOCAZIONE DELLA PIÙ ANTICA CORSA AUTOMOBILISTICA D’ITALIA SA CREARE ATTORNO A SÉ UNA BELLA ATMOSFERA E RIESCE A RADUNARE VETTURE RARISSIME, CHE NON È FACILE VEDERE IN ALTRI EVENTI E SOPRATTUTTO NON È FACILE VEDERE IN MOVIMENTO


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#cheroba

Le gentilauto

iciamo la verità: ormai manifestazioni di auto d’epoca che ne sono molte, moltissime… diremmo persino troppe. L’emozione, lo stupore di avere davanti agli occhi veri gioielli di un altro tempo si sta via via stemperando, in un’inflazione di raduni, mostre, fiere non tutti della qualità che ci si dovrebbe aspettare quando si affronta un tema così delicato. Già, ma questa Arona - Stresa - Arona brilla di una abbagliante luce propria, perché è la rievocazione di un’antichissima corsa (la più antica d’Italia), perché riesce a radunare vetture rarissime e molto, molto “anziane”, che non è facile vedere in altri eventi e soprattutto non è facile vedere in movimento, all’opera sulle nostre strade. A garantire prestigio e supporto alla manifestazione la partecipazione di blasonati sponsor quali il club ACI storico, Old car 24 (il portale internazionale dedicato alla compravendita di automobili d'epoca), Fasol Menin produttori di vini d’eccellenza Valdobbiadene Superiore e Luigi Guffanti, allevatori di formaggi dal 1876. La manifestazione è stata patrocinata da: Regione Piemonte, Provincia di Novara, Comune di Arona, Comune di Stresa, Comune di Belgirate, Comune di Meina, Comune di Lesa

Dopo attente e scrupolose ricerche è ormai assodato che il 12 Settembre 1897 ebbe luogo tra Arona e Stresa la prima corsa automobilistica italiana. La precedente Torino - Asti - Torino, tenutasi il 28 maggio 1895 non fu una gara, bensì una corsa di prova, come la definì il quotidiano La Stampa nella sua edizione del 21 Maggio 1895. Maturati i tempi, la Arona - Stresa - Arona, fu invece considerata una vera competizione, patrocinata dal C.A.I., acronimo di Club Automobilisti Italiani, che divenne l’anno successivo l’ACI Milano. Furono ben 16 gli iscritti e la stampa del tempo acclamò a grandi lettere la Arona - Stresa - Arona



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#cheroba

Le gentilauto



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#cheroba

Le gentilauto

come la prima corsa automobilistica italiana. La Gazzetta dello Sport, Il corriere della sera, La Vedetta e molti altri quotidiani seguirono l’evento da vicino e con grande interesse. A rimarcare ulteriormente il primato della manifestazione piemontese l’Istituto Geografico De Agostini pubblicò nel 1973 l’enciclopedia Milleruote. In essa, alla voce Arona - Stresa - Arona, troviamo scritto “su questo percorso di 35 chilometri, lungo le rive del lago Maggiore, si disputò nel 1897 quella che si può considerare la prima corsa Italiana per autovetture con motore a combustione interna. L’unica gara “sperimentale per automotori” che l’aveva preceduta fu la Torino - Asti, che si svolse nel 1895 e vide la partecipazione di tre autovetture, di cui una azionata a vapore e due “bicicletti”, cioè due motociclette”. La prima Arona - Stresa - Arona venne vinta da Giuseppe Cobianchi. Va anche segnalato che sempre a quel periodo risale la Emancipation Run, che si svolse per la prima volta da Londra a Brighton il 14 novembre 1896, ed è oggi oggetto di un incredibile evento rievocativo che ogni anno porta in Inghilterra centinaia (!) di vetture antecedenti la prima Guerra Mondiale. La rievocazione della London - Brighton è una manifestazione ormai consolidata, di grandissimo



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#cheroba

Le gentilauto

Evento dall’atmosfera unica, la Bonhams Veteran Car Run da Londra a Brighton è una manifestazione “no profit” che commemora l’Emancipation Run, svoltasi il 14 novembre 1896 in occasione delle celebrazioni per il passaggio della legge “Locomotives on the Highway Act”. Quella legge alzò il limite di velocità per le “locomotive leggere” da 6 a 22 chilometri orari e abrogò l’obbligo di far precedere questi veicoli da una persona sventolante una bandiera rossa. La tradizione dell’Emancipation Run cominciò già nel 1897 e dal 1927 in poi si è sempre tenuta nel mese di novembre saltando solo gli anni di guerra e il 1947, a causa della scarsità di carburante

successo e suggestione… e allora perché non provare anche in Italia a ricreare quelle atmosfere, a valorizzare antiche tradizioni e a riportare in strada quei veicoli prodigiosi, vecchi di oltre un secolo? Detto fatto, ed ecco che Alessandro Ciapparelli ha saputo tramutare in qualcosa di concreto una bella idea, dando vita alla rievocazione della gara piemontese, giunta oramai alla terza edizione. Va anche detto che la Arona - Stresa - Arona 2021 ha visto l’ingresso in campo dell’esperienza di Equipe International, capitanata da Maurizio Cavezzali in qualità di Presidente del comitato organizzatore: “Siamo orgogliosi di aver avuto la possibilità di coordinare la terza edizione della manifestazione - ha commentato Cavezzali - portando valore aggiunto ai territori grazie alla bellezza ed eleganza delle vetture storiche. E’ auspicabile che eventi di qualità come questo possano moltiplicarsi in un territorio unico e di eccellenza come quello del Lago Maggiore”. La terza Rievocazione storica della corsa più antica d’Italia è andata in onda nei giorni 11 e 12 settembre e ha visto come protagoniste le più belle e gloriose vetture d'epoca costruite fino al 1925, con deroga al 1930 per quelle da competizione. Sono state 27 le preziose auto e “gentili”, che hanno preso parte alla manifestazione, tra queste la grande e maestosa Lancia 12hp del 1908



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#cheroba

Le gentilauto


Alessandro Ciapparelli, Responsabile dell’evento e collezionista di auto storiche ha dichiarato: “Ringrazio i partecipanti perché sono loro che permettono di mantenere viva la manifestazione e di arricchirla. Siamo molto felici di come si sia svolta quest’edizione e per questo motivo abbiamo deciso di riviverla annualmente, rendendola un evento di riferimento per il Lago Maggiore.”


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#cheroba

Le gentilauto

dell’architetto Corrado Lopresto, il più importante collezionista italiano, scortata da due damigelle Theta del 1914. Questo esemplare di rara bellezza, oggi rinominata "Alfa" grazie al sistema delle lettere greche, ha un motore tipo 51 a 4 cilindri di 2543 cc, telaio basso, trasmissione a cardano e cambio a quattro marce, che le permettono di raggiungere la ragguardevole velocità di 100km/h. A riscuotere grande successo è stata anche la Renault Voiturette Type C del 1900 (vettura da corsa appartenuta a Louis Renault), caratterizzata un motore (numero 1230) monocilindrico, 4 tempi da 3,5 CV. Non da meno la presenza della Detroit Elettrica del 1924, caratterizzata dall’avvio immediato senza manovella, con un’autonomia di carica di circa 100 km da far invidia a molte elettriche di oggi. Le auto sono partite dalla città di Arona e hanno sostato nei comuni di Meina, Solcio di Lesa, Belgirate, per arrivare nel pomeriggio a Stresa, dove si è tenuto un circuito cittadino di grande fascino e atmosfera retro. Nella serata si è tenuta poi la cena di gala al Grand Hotel Dino di Baveno, dove sono state effettuate le premiazioni mentre il mattino del 12 gli equipaggi sono ripartiti in direzione Lesa, per sfilare per le vie del centro storico. A conclusione della manifestazione si è tenuto il pranzo presso il Ristorante Antico Maniero di Lesa, una incantevole dimora storica della fine del 1700 situata in un parco secolare.


#ca!


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#chebella


SILK FAW HONGQI S9

UNA SPORTIVA

CLASSICA

PROGETTATA DA WALTER DE SILVA E PRODOTTA IN ITALIA, QUESTA VETTURA COMBINA PRESTAZIONI, ELEGANZA E SOSTENIBILITÀ. E’ SPINTA DA UN MOTORE IBRIDO PLUG-IN E SARÀ IN GRADO DI SVILUPPARE UNA VELOCITÀ MASSIMA SUPERIORE A 400 KM/H di Alessandro Camorali (titolare di Camal Studio e docente IAAD)


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#chebella

Una sportiva classica

FAW, il più grande produttore di auto cinese con quasi 4 milioni di veicoli venduti in Cina e 90 miliardi di dollari di fatturato, e Silk EV, società specializzata nell’ingegneria e nel design di auto, hanno annunciato l’avvio della seconda fase della collaborazione. Le due società hanno confermato l’investimento di oltre un miliardo di euro e la firma di una joint venture volta alla progettazione, ingegnerizzazione e produzione di vetture di alta gamma, full electric e plug-in,nel cuore della Motor Valley, in EmiliaRomagna. La gamma di vetture sarà progettata e sviluppata nella Motor Valley, dove Silk EV ha la sua sede centrale, mentre la produzione su larga scala avverrà sia in Emilia sia a Changchun, sede principale di FAW


mese di settembre ho potuto ammirare di persona la SilkFaw S9 a Milano, in occasione della design week, evento rinomato e tappa ormai imprescindibile non solo per l'arredamento, e le molteplici proposte artistiche, ma anche come palcoscenico ideale per tutto ciò che di nuovo viene proposto all’insegna di design, stile e creatività. La prima impressione è stata quella di rivivere un'esperienza del passato, un modo di realizzare l'auto "come una volta", pulita ed essenziale nelle sue forme ma allo stesso tempo alla ricerca dell'innovazione. I progetti ambiziosi di questa nuova casa automobilistica “sino-americo-italiana”, nascente nella culla della Motor Valley emiliana, sono affascinanti e ben

pianificati… ma ancora lontani dal divenire realtà. Il nuovo brand (creato dal nulla anche se parente stretto di un colosso automobilistico cinese come FAW) per abbreviare i tempi ha messo sul piatto enormi investenti e un "dream team" di personaggi del mondo automotive di primissimo piano come Katia Bassi (ex Ferrari e Lamborghini), Amedeo Felisa (ex CEO Ferrari), Roberto Fedeli (ex Ferrari, BMW e CTO Maserati/Alfa Romeo) e Walter De Silva (vero “maestro” del design milanese, padre di numerose automobili iconiche). La vettura è un mix di tante cose, ma non una copia, come invece hanno sottolineato alcuni timorosi seguaci del "solito" modus operandi asiatico. Il disegno è di De Silva, una garanzia di qualità e originalità che negli anni ci ha mostrato il bello in movimento attraverso molte delle sue creazioni. Il profilo è filante, disegnato dall'aerodinamica, così


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#chebella

Una sportiva classica

come la lunga coda che suggerisce fin dal primo sguardo un fine più tecnico che puramente artistico. Si capisce che l'auto è di natali italiani dai volumi puliti, dai parafanghi morbidi e da teorici appena marcati lungo le superfici ampie ed organiche. La fiancata domina il tema di stile spingendo il parafango anteriore verso una grande apertura nella "pancia", tipica delle auto che ancora non cedono alle sole batterie. Il frontale è ben piazzato, una bocca arrotondata e uno sguardo disegnato all'orientale creano il futuro family feeling del brand, da cui trae ispirazione la forma dei proiettori. Ampie aperture dalla chiara funzione aerodinamica si immergono dal parabrezza verso il frontale, alleggerendo tutta la sezione anteriore e permettendo un'estrazione del flusso di raffreddamento dei radiatori, di cui anche i veicoli elettrici non possono fare a meno. La cabina superiore, a cui sono imperniate delle

porte a ventaglio, è un tutt'uno di vetro trasparente e serigrafato, una cupola capace di infondere all'intera vettura sportività ed eleganza al tempo stesso. La zona posteriore scende lineare attraverso un lunotto dalla seconda funzione di cover motore, forato per far respirare e mettere in evidenza il V8 ibrido, in attesa della versione elettrica pura. La parte posteriore, a detta di Walter De Silva, è stata allungata di 20 centimetri rispetto al tema iniziale, proprio per soddisfare un'efficienza aerodinamica a cui una sportiva moderna non può fare a meno. La coda quindi non lascia spazio a troppa tridimensionalitá laterale, chiudendosi su se stessa in un perimetro geometrico ben definito. Al suo interno troviamo tutti gli elementi ordinati e squadrati con un gruppo ottico interessante, soprattutto quando accesso, con le sue sfumature e i riflessi diffusi sulla carrozzeria.



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#chebella

Una sportiva classica


“Silk EV - ha commentato Jonathan Krane, Presidente di Silk EV e vertice americano della joint venture - è entusiasta e onorata di collaborare con il Gruppo FAW, leader del mercato automotive cinese. Questa partnership strategica tra le eccellenze automotive italiana e cinese permette di posizione la serie "S" come un connubio unico tra i segmenti dell’ultralusso, delle vetture sportive e di quelle elettrificate, che sono quelle in più rapida crescita nel mercato mondiale. I nostri veicoli saranno in grado di combinare un'esperienza di guida emozionante, sostenibile ed esclusiva con l'uso di tecnologie all'avanguardia, facendo leva su un ecosistema globale di partner e fornitori di alto livello. Attraverso la collaborazione tra il Gruppo FAW e Silk EV, la serie “S” sarà precursore di una nuova era del lusso e della mobilità sostenibile”.


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#chebella

Una sportiva classica

Vista da lontano potrebbe ricordare una supercar degli anni '90, quel modo di vivere la sportività senza cedere alle linee troppo dure o al carbonio decorativo sotto forma di spoiler e alettoni. Il team della S9 ha dimostrato che tecnica efficiente e pulizia stilistica possono coesistere e creare un oggetto che, forse, le nuove generazioni non sono abituate ad apprezzare: scelte stilistiche semplici nella loro bellezza ma che sicuramente rappresentano il compimento di un progetto maturo.

alare da cui fa capolino anche un piccolo display. Un tunnel centrale divide in due l'abitacolo e ospita una serie di manettini e pulsanti che ispirano il tema aeronautico e donano un senso di velocità seppur da fermi. Il volante, secondo la tendenza moderna nei concept, diventa anche cockpit ospitando monitor e menù nella sua forma squadrata. Le finiture e i dettagli in generale sono di alto profilo come ci si aspetta da una showcar… da rivedere nella versione di produzione.

Gli interni, in contrapposizione, sono spinti verso l'innovazione richiesta dal nuovo corso dell'automotive, probabilmente più vicini alle esigenze del nuovo target di riferimento mondiale. La plancia fluttua sospesa a mezz'aria diventando opera d'arte essa stessa, apprezzabile dall'interno così come dall'esterno. Le bocchette aria si innestano in un profilo

In questa nuova era per l'automobile e per il design della stessa sarebbe troppo facile criticare prima di analizzare. La sperimentazione di concetti, forme e linguaggi è il modo in cui gli oggetti ci portano nel futuro. Ben vengano quindi nuove proposte e benvenuta in S9.



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#chebella

Una sportiva classica

Silk EV è una società specializzata nell’ingegneria e nel design di auto che ha il suo quartier generale in Emilia-Romagna e ulteriori sedi in Cina e negli Stati Uniti. Silk EV riunisce i maggiori esperti di progettazione e ingegneria automobilistica italiana e mondiale per costruire un marchio globale di veicoli che rappresentino l'apice dell'innovazione tecnologica, della connettività e dello stile. Silk EV e FAW realizzeranno inoltre un futuristico centro di innovazione, completamente interconnesso, nonché impianti di produzione, un experience center nella Motor Valley. In aggiunta, verrà realizzato anche un secondo centro di innovazione a Changchun che si concentrerà sulla produzione dei modelli S5 e S3


#ca!


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#chemacchina


FORD PUMA 1.0 ECOBOOST HYBRID ST LINE

UN VERO FELINO SCATTANTE E BEN PIANTATA SULLA STRADA MA NON ECCESSIVAMENTE INGOMBRANTE NE TROPPO MUSCOLOSA. PUMA È IL PIÙ CLASSICO DEI “CROSSOVER”, OVVERO UN’AUTOMOBILE CHE “ATTRAVERSA” LE VARIE CATEGORIE ED È CAPACE DI OFFRIRE IL MEGLIO DI CIASCUNA. NELLA VERSIONE IBRIDA I CONSUMI DIMINUISCONO E IL DIVERTIMENTO AUMENTA


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#chemacchina

Un vero felino

erché si chiama Puma? Perché, come spiegato in uno dei video a cui potete collegarvi da queste pagine, il nome è arrivato quasi “naturalmente” sin dai primi schizzi dei designer: aggressiva, scattante, ben pianta sulla strada ma non eccessivamente ingombrante né troppo muscolosa. Un vero felino… un Puma. Puma è il più classico dei “crossover”, ovvero un’automobile che attraversa (cross) le varie tipologie e le varie categorie in cui abitualmente vengono catalogati i veicoli sul mercato. Certo, di crossover (a sua volta divenuta una categoria) ormai ce ne sono tanti… ma questa Puma è più “cross” di altre perché presenta in modo estremamente marcato le caratteristiche delle varie tipologie. Quindi Puma non è semplicemente “abbastanza” alta e spaziosa (come un suv), comoda (come un monovolume), agile (come una citycar), economa (come una media da famiglia) e performante (come una sportiva)… Puma è “decisamente” spaziosa, comoda, agile, economa e performante. E se ci è permesso esagerare: Puma è decisamente “molto” performante. Ha uno spirito talmente sportivo che Ford ha pensato bene di farne la propria arma per entrare nel mondo dei rally del futuro, all’insegna dell’elettrificazione.

Sarà infatti proprio una Puma la prima Ford ibrida a calcare le scene del Campionato del Mondo Rally. Lo farà dal 2022, con un modello battezzato Puma Rally1 Ford M-Sport, i cui prototipi già da parecchi mesi sono sottoposti a probanti collaudi. La Puma Rally1 è spinta da un “pacchetto” ibrido di nuova generazione, in grado di unire le prestazioni di un propulsore termico turbo a benzina EcoBoost da 1,6 litri con un sofisticato motore interamente elettrico, da 100 kW con batteria da 3,9 kWh. Questo concentrato di tecnologia è figlio della collaborazione con M-Sport, con cui Ford collabora dal 1997, che sarà anche in questo caso il “braccio armato” della Casa nei rally. “Ford si sta impegnando al massimo per aprire le porte a un futuro elettrificato; l’entusiasmo delle competizioni ha sempre alimentato l’innovazione, permettendo nel tempo di sviluppare le tecnologie che oggi sono disponibili nei nostri modelli da strada - ha dichiarato Mark Rushbrook, Global Director, Ford Performance - La Puma Rally1 Ford M-Sport metterà definitivamente alla prova la potenza di un motore ibrido e dimostrerà che la tecnologia è in grado di raggiungere prestazioni sorprendenti.” E in effetti, se ci pensate bene, sino ad oggi le competizioni iridate hanno vissuto una contraddizione stridente e in parte misteriosa: in Formula 1,



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#chemacchina

Un vero felino

che dovrebbe essere la palestra per prototipi di prestazioni estreme, sono utilizzate da tempo unità ibride mentre nei rally, nati per mettere alla prova auto stradali (o quasi…), sono tuttora utilizzati propulsori termici tradizionali. La scelta ibrida di Ford è quindi un passo di assoluta rilevanza e segna una svolta davvero epocale.

Il sistema ibrido della Puma Rally1 segue principi di funzionamento analoghi a quelli del motore EcoBoost Hybrid montato sul modello Puma da strada. Il motore sfrutta anche l’energia che normalmente viene dissipata durante la frenata, immagazzinandola in una batteria capace di alimentare un motore elettrico

per garantire un potenziamento delle prestazioni fino a 100 kW per tre secondi. Un bel vantaggio, di cui approfittare ripetutamente durante le competizioni. Come in ogni vettura plug-in la batteria potrà essere ricaricata anche tramite una fonte di energia esterna, presso i punti di assistenza tra una tappa e l’altra dei rally, ed è previsto che una ricarica richieda circa 25 minuti. Da notare infine che, con i suoi 95 kg di peso, il sistema ibrido ha un doppio raffreddamento ad aria e a liquido ed è racchiuso in un involucro ultraresistente, in grado di sopportare l’impatto di detriti o addirittura di un incidente. “Si apre una nuova era per le auto che partecipano al WRC, caratterizzata dai più significativi progressi tecnologici mai visti. L’introduzione della tecnologia ibrida implica una potenza delle auto ancora maggiore, oltre a portare in gara motori modellati su quelli delle loro controparti da strada - ha affermato Malcolm Wilson, Managing Director di M-Sport - Il passaggio alla Puma è emozionante: già il nome è nella storia del rally, l’auto è fantastica e non vedo l’ora di vederla alla partenza del Rally di Montecarlo all’inizio del 2022.” La nuova Puma Rally1 sostituirà la M-Sport Ford Fiesta per il WRC che, dal lancio avvenuto nel 2017, ha conquistato tre titoli mondiali.



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#chemacchina

Un vero felino

ord ha recentemente annunciato che, in Europa, la gamma sul mercato avrà una versione Plug-In Hybrid, o completamente elettrica, per ogni modello entro la metà del 2026, per passare al 100% elettrico dal 2030… ma per assaggiare da subito le emozioni targate Puma potete accontentarvi (si fa per dire!) di una 1.0 EcoBoost Hybrid ST Line, che certamente non vi deluderà. E in questa analisi vogliamo partire proprio dal suo comportamento in strada e da quanto c’è sotto il cofano. Ford Puma ha conquistato le 5 stelle dall’autorità indipendente per i crash test Euro NCAP. Il piccolo crossover Ford ha guadagnato il massimo del punteggio in base ai protocolli più rigorosi introdotti nel 2018. Euro NCAP ha assegnato a Puma il massimo dei voti per la protezione degli occupanti adulti (94%) e bambini (84%), sia nel test sull’impatto laterale sia in quello, più complesso, del palo. Molte le tecnologie apprezzate tra cui il Pre-Collision Assist with Active Braking, l’Intelligent Speed Limiter e il Lane-Keeping System

Diciamo subito che Puma è sorprendente. Sorprendente perché mai vi aspettereste qualità dinamiche di questo livello e una brillantezza tale da renderla davvero piacevole e divertente da guidare. Offre il meglio di sé sulle strade extraurbane, sui percorsi misti. Le ottime sospensioni (più rigide rispetto a Fiesta, con supporti ottimizzati e ammortizzatori di dimensioni maggiori) e l’eccellente frenata lavorano in perfetta simbiosi con il motore, che spinge senza fatica anche grazie all’aiuto del sistema BISG che, come vedremo dopo, utilizza l’energia accumulata per fornire “aiuto” al motore principale durante la guida e l’accelerazione. Anche il cambio non presenta difetti evidenti e lo sterzo è pronto e preciso, permettendo inserimenti in curva senza sbavature.



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#chemacchina

Un vero felino

Anche in città le sospensioni fanno bene il loro lavoro… anche se le strade delle città italiane sono ormai una sfida continua, una gimkana senza tregua tra buche e dossi. La briosità del propulsore, l’indubbia agilità e dimensioni contenute ne fanno nel complesso un’ottima “cittadina”. E pure in autostrada la Puma si difende bene. Certamente non è una limousine, ma il comfort è di buon livello e, nonostante la silenziosità non sia il suo forte, si possono affrontare anche lunghi viaggi in tutto relax, anche in virtù di un bouquet di assistenze alla guida completo ed efficiente. Quindi, riassumendo, ottime prestazioni e un buon comportamento in ogni frangente, il tutto corroborato da un’economia di esercizio notevole, se è vero che, facendo la media delle varie situazioni e tipologie di marcia, si può contare su un consumo di un litro per 15 chilometri abbondanti. Come accennato, la tecnologia EcoBoost Hybrid potenzia il motore a benzina EcoBoost 1.0 3 cilindri con un sistema di starter/generator (BISG) azionato da una cinghia da 11,5 kW, che sostituisce l’alternatore standard, consentendo il recupero e stoccaggio di energia durante le decelerazioni e la ricarica di un pacco batteria di ioni-litio da 48 volt, raffreddato ad aria. Il BISG funge anche da propulsore aggiunto, integrandosi perfettamente con il motore a tre cilindri

e utilizzando l’energia accumulata per aggiungere potenza al motore termico nei frangenti in cui più è necessaria, ad esempio in accelerazione. Offerta con potenza da 125 e 155CV, la motorizzazione Mild-Hybrid monitora continuamente il modo in cui il veicolo viene utilizzato per determinare quando e con quale intensità ricaricare la batteria e quando utilizzare la carica della batteria immagazzinata, con una delle due seguenti modalità: • sostituzione della coppia, che utilizza la funzionalità del motore elettrico come starter/generator per fornire fino a 50 Nm di coppia. Riducendo l’attività del motore benzina si ottiene un sensibile miglioramento dell'efficienza. La sostituzione della coppia contribuisce al raggiungimento di 124 g/km di emissioni di CO2 e 5.4 l/100 km di consumi (dati WLTP) per la versione da 125CV (96 g/km e 4.2 l/100 km NEDC). Per la versione da 155CV i dati sono invece di 126 g/km di emissioni di CO2 e 5.5 l/100 km di consumi (WLTP) e 99 g/km e 4.4 l/100 km NEDC • integrazione della coppia, che utilizza la funzionalità del motore elettrico come starter/generator per aumentare al massimo la coppia utilizzabile, fino a 20 Nm sopra il livello disponibile dal solo motore benzina a pieno carico. Così facendo si aumenta la coppia disponibile ai regimi del motore più bassi (fino al 50% in più) aumentando sensibilmente lo sprint e la fluidità di guida


Ulteriori tecnologie progettate per aiutare i guidatori a evitare incidenti includono l’Evasive Steering Assist, che aiuta a evitare tamponamenti di veicoli che procedono a rilento o inaspettatamente fermi, e il Wrong Way Alert, l’interessante sistema di avviso di marcia in contromano che utilizza una telecamera installata sul parabrezza e sfrutta le informazioni ottenute dal sistema di navigazione della vettura indicando al conducente di fermarsi o invertire il senso di marcia. Oggi il listino Puma parte da € 21.000 (ma in promozione a € 17.000) per le propulsioni a benzina, partono invece da € 22.750 le diesel e da € 24.000 le versioni ibride


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Un vero felino

Il BISG ha pure consentito di ridurre il rapporto di compressione del motore EcoBoost 1.0 e di aggiungere un turbocompressore più grande per una maggiore potenza. Inoltre l’integrazione della coppia fa girare il motore più velocemente per mantenere sempre performante la risposta del turbocompressore. Altro interesente risultato del BISG è la capacità di riavviare il motore in circa 300 millisecondi, consentendo alla tecnologia Start&Stop di Puma di operare in una gamma più ampia di scenari per un risparmio ancora maggiore di carburante, anche in caso di decelerazione fino a una velocità inferiore ai 15 km/h e anche quando il veicolo è in marcia con il pedale della frizione premuto. I clienti Puma possono anche scegliere tra una gamma avanzata di propulsori Ford EcoBoost a benzina e Ford EcoBlue diesel, tutti equipaggiati di serie con la tecnologia Start&Stop e una trasmissione manuale a sei rapporti. Il motore EcoBoost 1.0 ed EcoBoost Hybrid di Puma sono anche dotati della tecnologia di disattivazione dei cilindri, che può arrestare automaticamente uno dei cilindri quando non è necessaria la piena capacità del motore, senza compromessi in termini di prestazioni. Puma offre anche la tecnologia dei Drive Modes, che consente ai conducenti di impostare i parametri di acceleratore, sterzo e controllo della trazione,


Su Puma disponibile un sistema audio premium B&O, specificamente calibrato per regalare l’esperienza audio migliore possibile indipendentemente dalle condizioni di guida. Il sistema dotato di dieci diffusori - tra cui un subwoofer da 150 mm x 200 mm integrato nel bagagliaio non ne compromette lo spazio, offrendo un suono dei bassi sempre uniforme. Le posizioni dei tweeter sono state ottimizzate per riprodurre le sonorità di un vero e proprio spettacolo dal vivo, offrendo un’esperienza di ascolto avvolgente per tutti gli occupanti. Il sistema è alimentato da un amplificatore di elaborazione del segnale digitale da 575 watt che controlla l’equalizzazione e il mixaggio audio, incluso il surround sound


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Un vero felino

oltre ai tempi del cambio per i modelli automatici. Le modalità di guida (Normal, Eco, Sport, Slippery e Trail) consentono ai clienti di personalizzare la propria esperienza di guida in base alle condizioni stradali e meteorologiche e propongono un layout grafico dedicato, nel quadro strumenti. Abbiamo quindi visto che questa Ford offre decisamente tanta roba “sotto il vestito”… ma , soprattutto in Italia, le auto devono essere capaci di sedurre, di piacere per prima cosa all’occhio. L’estetica resta una discriminante di primaria importanza. E la Puma, da buon felino, in questo ambito sa sfoderare le unghie. Accattivante, dinamica e sportiva, Puma ottimizza una piattaforma B-car Ford grazie all’introduzione di un passo più lungo, riuscendo così a offrire le stesse proporzioni di un SUV. L’auto presenta una linea del tetto bassa e inclinata, con una silhouette accentuata e immediatamente riconoscibile anche per i passaruota particolarmente pronunciati. Il team di designer ha sviluppato linee sinuose, che accentuano l’equilibrio nelle forme e garantiscono uno stile molto personale ma, al contempo, permettono accessibilità e capacità di carico senza compromessi. Puma offre infatti uno spazio di carico per i bagagli posteriori di ben 456 litri, con un vano modulabile può ospitare comodamente oggetti fino a 112 cm di

lunghezza, 97 cm di larghezza e 43 cm di altezza con la seconda fila di sedili reclinata. Ricavato nel piano di carico c’è poi il MegaBox, uno spazio versatile in grado di ospitare comodamente due sacche da golf oppure due piante da appartamento in posizione verticale e in tutta sicurezza. Lo stivaggio a bordo della Puma è reso ancora più semplice grazie alla tecnologia del Hands-free Tailgate, che consente l’accesso al vano portabagagli con un semplice movimento del piede sotto il paraurti posteriore. Gli interni di Puma sono stati progettati con l’obbiettivo di rendere quanto più serena la permanenza a bordo. I materiali sono di buona qualità e tutti i comandi sono intuitivi e di facile fruizione. I sedili anteriori sono caratterizzati da un design con profilo affusolato, che massimizza lo spazio per le ginocchia dei passeggeri della seconda fila, mentre quello del sedile della seconda fila è stato progettato per agevolare l’ingresso e l’uscita dalla vettura. I sedili anteriori hanno persino una funzione massaggio lombare, che provvede a distendere i muscoli e contribuendo a viaggi più rilassanti… provare per credere! Inoltre, un tetto panoramico apribile a tutta lunghezza, composto da due pannelli di vetro temperato, crea un’atmosfera ancora più ariosa e godibile per tutti gli occupanti.



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#chemacchina

Un vero felino

Il quadro strumenti LCD da 12.3’’, completamente configurabile, consente ai conducenti di personalizzare e gestire la visualizzazione delle informazioni, tra cui le tecnologie di assistenza alla guida e le notifiche del navigatore. Il quadro strumenti utilizza la tecnologia free form, che va oltre il tradizionale design rettangolare permettendo un design delle immagini senza interruzioni. Il sistema di comunicazione e intrattenimento SYNC 3 consente al conducente di controllare le funzioni di audio, navigazione e gli smartphone connessi, utilizzando semplici comandi vocali. Il sistema è compatibile con Apple CarPlay e Android Auto™ senza costi aggiuntivi, ed è supportato da un touchscreen centrale da 8’’ con funzione pinch&swipe. Il sistema fornisce una serie di funzioni attraverso l’app FordPass, tra cui il Vehicle Locator, il Vehicle Status che fornisce informazioni relative ai livelli di carburante, dell’olio e del sistema antifurto, il Door Lock/ Unlock, che consente l’accesso remoto alla vettura e il Remote Start, che consente l’accensione da remoto per le versioni a trasmissione automatica. Lo stile di Puma è ovviamente arricchito e reso più estremo negli allestimenti ST Line, ma è il design di base che la rende accattivante, a prescindere dalle versioni e allestimenti.



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Un vero felino

A bordo di Puma, è stata introdotta un’amplissima gamma di tecnologie che utilizzano ben 3 radar, 2 telecamere e 12 sensori a ultrasuoni, racchiusi nell’innovativo Ford Co-Pilot. L’Adaptive Cruise Control con Stop&Go, Speed Sign Recognition e Lane Centring, disponibile in abbinamento al cambio automatico a 7 rapporti, supporta l’automobile nel mantenimento della distanza di sicurezza dai veicoli contribuendo a mantenere il veicolo centrato nella sua corsia e regolando la velocità entro i limiti, monitorando i segnali stradali e i dati condivisi dal navigatore. Una funzionalità di grandissima importanza è l’avviso di pericolo in tempo reale (Local Hazard Information), che può informare i conducenti di eventuali situazioni pericolose sulla strada da percorrere, anche se l’incidente non è visibile a causa di una curva o per la presenza di altri veicoli. Per la prima volta su un modello Ford del segmento B è presente anche una telecamera posteriore che garantisce una visibilità di 180 gradi, in modo che i pedoni, i ciclisti e gli altri veicoli possano essere visti più facilmente durante le manovre di retromarcia.

Inoltre, per supportare i conducenti di Puma a guidare in retromarcia con maggiore sicurezza, il Blind Spot Information System con Cross Traffic Alert segnala al conducente quando altri veicoli si avvicinano ai lati nell’angolo cieco e consente, nel caso in cui il guidatore non risponda alle segnalazioni, di frenare per evitare o ridurre le conseguenze di una eventuale collisione. Le tecnologie a bordo della Puma, inoltre, supportano i conducenti anche nella difficile gestione degli scenari urbani. Il Pre-Collision Assist con Pedestrian Detection è in grado di rilevare pedoni presenti sulla strada o che potrebbero attraversare nella traiettoria del veicolo. In caso di potenziale collisione e di una mancata risposta da parte del conducente, il sistema applica automaticamente i freni. Nel malaugurato caso di incidente, la tecnologia Post-Collision Braking è in grado di ridurre l’impatto di una potenziale collisione secondaria, applicando automaticamente una moderata pressione sui freni. Infine non va dimenticato il comodissimo Active Park Assist. Vero “agevolatore” di parcheggio il sistema consente manovre completamente automatizzate, sia in parallelo sia in perpendicolare, identificando gli spazi adeguati.


#ca!


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NISSAN LEAF 10TH ANNIVERSARY

La prima


e l’ultima LA NISSAN LEAF È STATA UNA DELLE APRIPISTA DELLA MOBILITÀ ELETTRICA E HA RAGGIUNTO LA MATURITÀ, PROPONENDOSI COME VALIDA SCELTA NEL MERCATO DELLE EV PRIMA DI PASSARE IL TESTIMONE A UNA NUOVA GENERAZIONE di Marco Cortesi

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#chemacchina

La prima e l'ultima

Nissan Leaf è stata la prima vettura elettrica a entrare in produzione di massa. Straordinario, pensando che ha debuttato nel dicembre 2010, quando le previsioni sul futuro della tecnologia BEV (battery electric vehicle) sembravano futuristiche, quando addirittura non inverosimili, da nerd un po' “svalvolati”. Più di 20.000 esemplari sono stati venduti il primo anno, un numero incredibile per l'epoca, per un totale di oltre 500.000, superati solo di recente dalla Tesla Model 3. Oltre a essere innovative, le Leaf hanno contribuito a ridurre molti dei preconcetti sull'elettrico, dalle percorrenze alla durata sul lungo periodo. Tantissime delle prime Leaf sono tuttora in uso e sono sopravvissute perfino alle controparti a benzina grazie alla semplicità e all'affidabilità. Anche se con autonomie estremamente ridotte, continuano a funzionare, andando incontro alle esigenze di chi deve fare pochi chilometri. Ma una Leaf è stata anche la prima vera vettura da corsa elettrica. La Leaf Nismo RC, arrivata oggi alla sua seconda generazione, non ha mai partecipato ad una gara, ed è rimasta formalmente un concept, ma è stata sin da subito realizzata con tutti i crismi, seguendo anche la filosofia regolamentare delle competizioni GT. La prima versione prevedeva un chassis misto in acciaio e carbonio con subframe in acciaio.



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#chemacchina

La prima e l'ultima

L'attuale è addirittura una monoscocca tutta in carbonio, realmente allo stato dell'arte, e i cavalli sono 322, con 472 Nm di coppia istantanea e trazione integrale, caratteristiche che la pongono su livelli prestazionali di eccellenza. Anche se, come detto, non è mai stata usata in gara, l'obiettivo era di realizzare qualcosa di prontocorsa, capace di non sfigurare. Un progetto tecnologicamente avanzato ma realisticamente utilizzabile, che impiega tecnologie del "mondo reale" delle corse. Al momento, è stata accesa solo per esibizioni e, recentemente, per portare a spasso dei fortunatissimi clienti e tifosi Nissan. Con la Leaf stradale, come diremo nella nostra prova, la pista è meglio evitarla, anche se ci si può fermare poco prima: dopotutto, la strada non è fatta per correre. Il grande baule è perfetto per borsone e casco da kart e l'abitacolo permette di cambiarsi agevolmente per infilare la tuta. Mentre il sedile posteriore piatto permette di riposarsi tra una sessione di gara e l'altra. Il ritorno a casa è poi assolutamente riposante dopo una giornata di adrenalina. Va detto che il futuro è però già dietro l'angolo; anche se continuerà a lungo ad essere prodotta, la Leaf è pronta a lasciare il testimone di "campione" Nissan ad una nuova generazione di vetture capitanata dalla Ariya, in cui l'elettrico non è più l'eccezione ma la regola.



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La prima e l'ultima

Nissan Leaf E+ 62KWH e+ 10th Anniversary è grande, ma i designer di Nissan hanno fatto del loro meglio per dissimularne la taglia, superiore a quella di altre vetture dello stesso segmento. In particolare la versione che abbiamo in prova ha tetto e montanti neri, con una grafica specifica realizzata per il decimo anniversario. Il colore nero si estende anche alla parte superiore del portellone come in tutte le altre Leaf. All'anteriore spiccano i grandi gruppi ottici con la calandra che nasconde le prese per la ricarica: un design estremamente classico voluto per far sembrare l'auto più "normale" possibile, familiare e un po' meno avveniristica di quanto non fosse ai tempi del suo debutto sul mercato. La linea del padiglione ottimizza l'aerodinamica, ma lo studio dei flussi d'aria non è invasivo sul risultato cercato. La parte posteriore della fiancata presenta una scavatura che prosegue dai gruppi ottici posteriori, mentre il montante è parzialmente in tonalità del corpo vettura creando una “pinna” che va ad alleggerire l’insieme. Anche il posteriore è piuttosto dinamico, grazie alle luci a boomerang, ma senza rendere troppo "strano" il tutto. Le dimensioni della Leaf è si intuiscono dal grande abitacolo, ma soprattutto dal bagagliaio, che è enorme e dalla forma regolare. Lo spazio è molto e la buona ergonomia aiuta. Dentro va detto che il design è tutt'altro che moderno. Si vede l'ispirazione tipicamente giapponese che dà prevalenza



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#chemacchina

La prima e l'ultima

all'utilità sulla forma e anche i tanti anni passati dal lancio si fanno sentire. I comandi, pur senza guizzi di design, sono visibili, curati, comprensibili. E anche la plancia è molto più curata rispetto al passato, rivestita in ecopelle con cuciture a contrasto blu. Lo stesso ragionamento, votato all'ergonomia, si può fare per i due display, quello da 8 pollici centrale e quello del cruscotto, affiancato da un canonico tachimetro analogico per chi soffre di nostalgia. La trasmissione si manovra con uno stick centrale e nella stessa zona è presente il selettore delle modalità di guida. In strada, la Leaf si guida bene e si apprezza particolarmente la visibilità data dalla plancia bassa, anche se i doppi montanti, nonostante il piccolo finestrino nel mezzo, richiedono un po' di adattamento. In fondo si tratta di una vettura votata alla totale comodità. Sospensioni morbide che filtrano le asperità, zero vibrazioni. Una guida "effortless”, senza sforzi, parola inglese spesso usata dai costruttori orientali per rivolgersi al grande pubblico, ma ostica per chi cerca il coinvolgimento al volante. Grazie al nuovo motore elettrico sincrono da 217 cavalli e 340Nm di coppia, la Leaf e+ corre forte e vanta uno 0-100 in 6.9 secondi. Ma di fatto questi sono dati virtuali, in quanto in curva e in trazione i limiti si vedono. Dall’assetto alla precisione dello sterzo, questa vettura rinuncia (giustamente, visti i suoi presupposti) a ogni tipo di velleità sportiva, e alla fine i cavalli che si usano sono sempre molto meno di quelli presenti, in particolare quando la quotidianità richiede moderazione e risparmio.



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#chemacchina

La prima e l'ultima

Nissan ha presentato poche settimane fa la nuova GT-R per il mercato giapponese, prevista in due versioni: GT-R Premium Editio T-spec e GT-R Track Edition NISMO T-spec che verranno prodotto in solo 100 esemplari. Entrambe le edizioni sono dotate di un esclusivo impianto freni in carbo-ceramica e di uno spoiler posteriore in fibra di carbonio, come pure sono in fibra il tetto e il nuovo cofano motore. Sono previsti due nuovi colori per la carrozzeria, Midnight Purple e Millennium Jade e gli interni hanno un nuovo design esclusivo. I cerchi sono Rays in lega forgiati mentre le sospensioni sfruttano la forte riduzione di peso rispetto alle precedenti versioni

Questa Leaf promette un’autonomia in condizioni ambientali ottimali di 385 chilometri WLTP. E rispetto ad altre vetture, probabilmente grazie all’aerodinamica molto curata, il divario con il “mondo reale” non è particolarmente impattante. Non per altro il valore dell’EPA americana, lo standard più severo, arriva a 364 chilometri: in altre proposte del mercato, specialmente quelle derivate da vetture “tradizionali” o senza uno studio specifico delle forme e dinamiche, il divario è nettamente maggiore. In ricarica, il limite per la corrente alternata è 7.4 kW, quindi non è possibile sfruttare appieno le colonnine più diffuse in Italia (22 kW). La ricarica veloce a corrente continua usa il connettore CHAdeMO. Normale la velocità 50 kW, ma trovando una (rara) colonnina 200A CHAdeMO si può arrivare anche oltre. La Leaf è equipaggiata anche con i sistemi ProPilot e ProPilot Park. Il primo include tutte le tecnologie per la guida autonoma di livello 2, dal cruise control adattivo al sistema di centratura della corsia, fino al controllo dell'angolo cieco e al sistema di rilevamento della segnaletica. Il secondo è un sistema di parcheggio automatico evoluto, che rileva efficientemente gli spazi liberi e controlla tutti i comandi. Completano il pacchetto il rilevamento della stanchezza del guidatore e il controllo automatico degli abbaglianti, che non presenta però una tecnologia a matrice. Una particolarità è l'Intelligent Ride Control, che regola la coppia del motore sui dossi per minimizzare le vibrazioni e gli scossoni.


Si è conclusa con successo la sperimentazione del consorzio HumanDrive, guidato da Nissan Europe e sostenuto dal governo britannico, riguardante il contributo che le nuove tecnologie possono offrire per rendere i sistemi di guida autonoma più “umani” e naturali. Un viaggio di 230 miglia (circa 370 km) in modalità di guida completamente autonoma ha sperimentato vari tipi di situazioni, quali rotonde complesse o strade di campagna segnaletica orizzontale. Il progetto ha portato avanti anche un'attività di test su un circuito che ha replicato la guida simile a quella umana tramite l’impiego delle tecnologie del machine learning. Le Leaf impiegate nelle prove erano dotate di GPS, radar, LIDAR oltre a numerose telecamere

#ca!


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#cheleggenda

Maserati Tipo 61

Un “Tipo” tosto…


COME NON FESTEGGIARE L’ANNIVERSARIO DELLA STREPITOSA DOPPIETTA MASERATI ALLA 1.000 CHILOMETRI DEL NURBURGRING? LA BELLA TIPO 61 FU CAPACE DI VINCERE DUE EDIZIONI CONSECUTIVE, NEL 1960 E 1961


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#cheleggenda

Un "Tipo" tosto...

gioca sul filo dei numeri l’anniversario che Maserati ha celebrato quest’anno: esattamente 60 anni fa, la Tipo 61 coglieva una straordinaria vittoria alla settima edizione della 1.000 chilometri del Nürburgring, la grande classica di durata che si svolgeva sulla Nordschleife in Germania e che proprio in quegli anni conobbe il suo periodo di maggiore splendore e popolarità. Con quel successo, la Maserati Tipo 61 guidata da Masten Gregory e Lloyd Casner ottenne una memorabile doppietta, riaffermandosi a distanza di un anno dopo il primo posto conquistato nel 1960, quando al volante si trovava Stirling Moss, affiancato da Dan Gurney. Nata come Tipo 60, questa barchetta divenne presto Tipo 61 quando venne installato un propulsore di maggiore cubatura e diventò famosa in tutto il mondo con il nome di “birdcage”, ovvero “gabbia di uccelli”, tanto intrecciata era la gabbia tubolare del

telaio, costituita da circa 200 piccoli tubi di acciaio al cromo molibdeno. La leggenda narra che fu un giornalista americano, in visita a Modena, ad affibbiarle quel “nickname” divenuto poi il vero “nome di battaglia” della Tipo 61. Con questa vettura infatti il concetto di telaio tubolare venne esasperato e portato probabilmente alla sua massima espressione; si pensi infatti che i tubi di maggiori dimensioni, che costituivano il complesso e fittissimo intreccio, non superavano i 10 millimetri di diametro, tanto che in Italia la Tipo 61 fu anche ribattezzata con il nomignolo di “spaghetti”. La Tipo 61 fu la più nota della serie di cinque modelli progettati da Giulio Alfieri, con il soprannome “birdcage”. Questo metodo di costruzione portava ad un telaio più rigido, ma allo stesso tempo più leggero rispetto alle altre automobili da competizione del tempo, rendendo questa vettura sport il massimo risultato tecnico possibile per le auto da corsa con motore anteriore e trazione posteriore. Anche la ricerca aerodinamica e il design di questa barchetta segnarono un taglio netto con il passato. La linea della carrozzeria bassa e gli archi passaruota estremamente alti dettero il via ad un tendenza poi seguita da molti alti costruttori. Si pensi che per raggiungere questi risultati Alfieri decise di inclinare il motore, per ridurre l’ingombro frontale. Quella scelta, vincente dal punto di vista aerodinamico, comportò tuttavia grandi problemi di messa a punto del propulsore stesso, in quanto i carburatori (doppio corpo Weber) erano nati per operare in posizione orizzontale. In quel sofisticato telaio a gabbia venne installato un quattro cilindri di 2890 cc, capace di 265 cavalli a 6.500 giri/minuto. L’auto aveva un passo di 2.300 mm e pesava soltanto 600 chilogrammi, caratteristiche che la rendevano estremamente maneggevole e competitiva sui tracciati misti.


Manca poco più di un mese alla presentazione dell’attesissima Grecale, il mid-suv di Maserati, vettura che prosegue la tradizione di battezzare questi gioielli modenesi con i nomi dei venti. Tutto iniziò nel 1963 con la leggendaria Mistral. Arrivarono poi Ghibli, Bora, Merak e Khamsin e, nel 2016, Levante, il primo suv della storia del Marchio. Ora sta per iniziare a soffiare Grecale, un vento mediterraneo intenso che soffia da nord-est. La gamma Maserati, oggi, viene prodotta in tre stabilimenti: Ghibli e Quattroporte sono prodotte a Grugliasco (TO) presso l’Avvocato Giovanni Agnelli Plant (AGAP), mentre Levante presso il Mirafiori Plant di Torino. MC20 è prodotta a Modena, nello storico impianto di viale Ciro Menotti, mentre Grecale verrà prodotta a Cassino


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#cheleggenda

Un "Tipo" tosto...


Recentemente è stata battuta all’asta da Barrett-Jackson negli Stati Uniti questa bellissima Tipo 61, la cui storia è perlomeno avventurosa. E’ il numero di telaio 2459 e fu ventura nel 1960 al pilota americano Briggs Cunningham che ne affidò preparazione e gestione a Alfred Momo di New York. La vettura gareggiò con buoni risultati negli USA sinché nel febbraio 1962 rimase molto danneggiata mente, nelle mani di Augie Pabst, partecipava alla 3 Ore di Daytona. Momo decise di non ripararla e l’auto prese la via dell’Inghilterra, per fungere da risorsa di ricambi per altre Tipo 61. Parecchi anni dopo fu acquistata da un collezionista italiano che, pazientemente, nel corso di parecchi anni la riportò allo splendore iniziale, anche grazie alla collaborazioni di restauratori d’eccellenza in Italia e in Inghilterra. Alla fine di questa certosina opera l’auto, nel 2010, ottenne dalla FIA la certificazione per partecipare a competizioni per vetture d’epoca. Da quel momento questa Tipo 61 è divenuta una vera “star” di tutti i maggiori eventi mondiali dedicate alle vetture classiche Fotografie Courtesy of Barrett-Jackson


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#cheleggenda

Un "Tipo" tosto...

Questa Maserati era comunque capace di raggiungere la ragguardevole velocità massima di 285 chilometri orari. La Casa del Tridente iniziò a produrre nel marzo del 1959 la Tipo 60, che già a novembre divenne Tipo 61, per poter essere conforme ai regolamenti tecnici in vigore ai fini della partecipazione alla 24 Ore di Le Mans. Nonostante la grande potenza, i consumi rimasero comunque contenuti e questa caratteristica fu determinante nelle gare di durata dove la Tipo 61 riusciva a ridurre il numero delle soste per il rifornimento. In soli tre anni di produzione, dal 1959 al 1961, la Tipo 6o e la Tipo 61 seppero guadagnarsi un posto di grande rilievo nel panorama internazionale delle competizioni, mostrando prestazioni e affidabilità che permisero di raggiungere una serie di straordinarie affermazioni e proseguendo la tradizione vincente di Maserati. Va ricordato anche che le Tipo 61 gareggiarono unicamente in mano a privati e, nel caso specifico delle vetture vincenti in Germania, vennero personalizzate con la livrea bianco e blu del team americano PRINCIPALI CARATTERISTICHE TECNICHE MOTORE: QUATTRO CILINDRI VERTICALI IN LINEA CILINDRATA: 2890 CM³ POTENZA: 250/265 CV CAMBIO: MECCANICO A CINQUE VELOCITÀ + RETROMARCIA IN BLOCCO CON LA SCATOLA DEL DIFFERENZIALE TELAIO: TUBOLARE RETICOLARE PESO: 570 KG/600 KG VELOCITÀ MAX: 270 KM/H/285 KM/H

Camoradi, creato proprio in quegli anni dallo yankee Llyod Casner con l’ambizione di vincere la 24 Ore di Le Mans. Il curioso nome della squadra derivava infatti dalle sillabe iniziali di “Casner Motor Racing Division” e c’è da dire che la carriera della Tipo 61 rimane indissolubilmente legata a questo team, con cui si cimentarono piloti di grande fama come quelli già citati, a cui vanno aggiunti Jo Bonnier, Gino Munaron, Umberto Maglioli e Nino Vaccarella (questi ultimi due impiegati in una memorabile Targa Florio del 1960) e persino Carroll Shelby. Va infine ricordato che i colori “USA” delle auto Camoradi” ispirarono, come tributo a quei successi, anche la Maserati MC12 Stradale, la supersportiva che ha caratterizzato i primi anni duemila vincendo a livello Mondiale nella categoria GT e rinnovando quell’anima sportiva che contraddistingue da sempre il DNA di Maserati e che sta ponendo le basi per il ritorno della Casa del Tridente nel mondo delle corse con la nuova splendida MC 20… ma questa è un’avventura ancora tutta da scrivere.


La Tipo 61 è anche stata “comparsa” in numerosi episodi della saga di Michel Vaillant, l’indimenticabile serie di storie a fumetti incentrata sul pilota francese e sulla casa automobilistica di famiglia, la Vaillant appunto. L’ingegno e la fantasia dell’autore Jean Graton (scomparso di recente) fecero si che in numerose occasioni le Vaillant incrociassero le armi con le belle Maserati, come testimoniato da questo disegno, tratto da “La trahison de Steve Warson” (Il tradimento di Steve Warson) del 1962

Foto by Lothar Spurzem - Own work, CC BY-SA 2.0 de https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1207360

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#chestoria

Soluzioni per ogni tipo di mobilità

FUTURO SICURO


BOSCH RENDE L’ELETTROMOBILITÀ VERSATILE COME NESSUN’ALTRA AZIENDA: “CI STIAMO PREPARANDO PER LA CRESCENTE DOMANDA DI VEICOLI ELETTRICI IN TUTTO IL MONDO - HA DICHIARATO STEFAN HARTUNG, PRESIDENTE DEL SETTORE MOBILITY SOLUTIONS - PREVEDIAMO CHE IL 60% DI TUTTI I VEICOLI DI NUOVA IMMATRICOLAZIONE NEL MONDO, NEL 2035, SARÀ ELETTRICO"


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#chestoria

Futuro Sicuro

chiama “elettromobilità” e sarà il prossimo capitolo della storia di successo di Bosch. Dalle e-bike alle macchine edili, dai chip in carburo di silicio ai moduli e-axle pre-integrati… in questo campo Bosch sta crescendo due volte più velocemente del mercato, un dato davvero incredibile! Quest'anno l’azienda genererà oltre 1 miliardo di euro di fatturato ed entro il 2025 si aspetta di arrivare a 5 miliardi: "L'elettromobilità diventerà un core business per noi e la mobilità CO2-free un'area di crescita - ha recentemente dichiarato Volkmar Denner, CEO di Bosch - Stiamo trasformando le sfide in opportunità: è così che facciamo le cose in Bosch”. Queste aree di crescita includono anche la guida autonoma: l'assistenza alla guida è la base per tutti i livelli di guida autonoma. Con il 40%, Bosch è leader anche in questo settore e sta crescendo più velocemente del mercato. Il buon posizionamento dell'azienda nei settori dell'elettromobilità e della guida automa sta aiutando l’azienda ad affermarsi con successo in un contesto di mercato segnato dalla crisi Covid, dalla carenza di chip e dalla trasformazione ancora più rapida nella sfera della mobilità: i ricavi delle vendite del settore Mobility Solutions cresceranno del 10% quest'anno. Cominciamo da quanto, per sintesi, viene chiamato elettromobilità. Ad oggi sono stati investiti oltre 5 miliardi di euro per l’elettromobilità e solo quest’anno si aggiungeranno altri 700 milioni di euro… tenendo ben presente che la mobilità del futuro bisogna costruirla,



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Futuro Sicuro

Bosch presenta DRIVERLESS, la web-serie con protagonista il team di studenti di ingegneria “MoRe Modena Racing Driverless” dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che racconta il futuro della mobilità attraverso la realizzazione di una monoposto a guida autonoma per gareggiare in Formula SAE. Quest’ultima è un evento educational organizzato in numerosi Paesi, e rivolto agli studenti delle facoltà di ingegneria di tutto il mondo, che prevede la progettazione e la realizzazione di una monoposto valutata durante una serie di prove statiche e dinamiche. In sei episodi, DRIVERLESS racconta le sfide e le fasi di sviluppo del prototipo a guida autonoma attraverso la testimonianza degli studenti di diversa estrazione (ingegneria meccanica, informatica ed elettronica, business, comunicazione e marketing) e di tre professori

passo dopo passo, e non solo sognarla, ipotizzarla o disegnarla: "Ci stiamo preparando per la crescente domanda di veicoli elettrici in tutto il mondo. Prevediamo che il 60% di tutti i veicoli di nuova immatricolazione nel mondo, nel 2035, sarà elettrico. ha dichiarato Stefan Hartung, presidente del settore Mobility Solutions - Vediamo una mobilità sempre più rispettosa dell’ambiente, ma anche accessibile e attraente, non da ultimo, alla luce degli obiettivi ambiziosi fissati dall'UE". Per raggiungere questo obiettivo, Bosch continua a perseguire un approccio tecnologicamente neutro, offrendo soluzioni rispettose del clima in tutto il mondo per tutti i tipi di mobilità, in linea con i requisiti dei diversi Paesi. L’Azienda sta investendo non solo in propulsori elettrici a batteria, ma anche in propulsori a celle a combustibile ed è coinvolta in progetti di clienti in Europa, Cina e Stati Uniti. Ma, in termini pratici, cosa sta succedendo? Già oggi la tecnologia Bosch contribuisce a semplificare le nuove forme di mobilità. Ad esempio, quando si guida in elettrico la ricarica gioca un ruolo decisivo. Al recente salone di Monaco Bosch ha presentato in anteprima un nuovo cavo di ricarica flessibile per auto elettriche. È dotato di tecnologia di controllo e sicurezza integrata e adattatori per spine di tipo 2 e domestiche. Questo cavo può fare a meno della solita scatola di controllo anche quando si ricarica con una presa di corrente a 230 volt, il che significa che pesa (meno di 3 chili) circa il 40% in meno rispetto ai cavi di ricarica convenzionali. E per alleggerire i conducenti dal compito di cercare un luogo dove ricaricare il veicolo durante i viaggi, il servizio di ricarica basato sul web di Bosch offre l'accesso



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Futuro Sicuro

a oltre 200.000 punti di ricarica in Europa, incluso il pagamento e fatturazione senza problemi.

Per la cronaca la nuova MercedesBenz Classe S è il primo veicolo di serie al mondo con a bordo la tecnologia necessaria mentre Bosch sta dotando il parcheggio P6 dell'aeroporto di Stoccarda di videocamere a installazione fissa, in modo che i veicoli possano raggiungere il posto riservato senza conducente tramite i comandi dello smartphone. Ed entro il 2025 seguiranno altri 1.000 parcheggi!

Se spostiamo poi l’attenzione sulla guida autonoma, la notizia è che Bosch è in grado di offrire tutto da un'unica fonte. Unità di controllo, sensori, intelligenza artificiale: la Casa tedesca ha nel proprio portafoglio tutti i componenti della guida automa. Tra questi elementi ci sono funzioni di assistenza migliorate che sin d’ora consentono ai conducenti di togliere le mani dal volante… ma anche le funzioni di guida senza conducente sono già possibili: "Con progetti pilota per il servizio di parcheggio autonomo, Bosch ha fissato nuovi standard in Germania e negli Stati Uniti - ha dichiarato Volkmar Denner - e sta già lavorando con Mercedes-Benz e altri partner per implementare questa funzione nel parcheggio P6 dell'aeroporto di Stoccarda”. Senza dimenticare tutti i concreti vantaggi in termini di comfort, Bosch vede l'automazione della guida principalmente come uno sviluppo che può portare maggiore sicurezza al traffico stradale. In qualità di pioniere l’industria tedesca ha introdotto sul mercato numerosi e innovativi sistemi di sicurezza e continua a perseguire l'obiettivo di una guida senza incidenti, grazie al quotidiano (e diremmo appassionato) lavoro di 5.000 ingegneri impegnati in tutte le fasi e livelli. Come previsto da Bosch già parecchi anni fa, i veicoli si stanno trasformando sempre più in oggetti connessi. Ne consegue che in futuro il software sarà importante quanto le prestazioni o l'efficienza del gruppo propulsore. Bosch sta attivamente



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Futuro Sicuro

plasmando questo cambiamento, tanto che quasi la metà dei collaboratori in ricerca e sviluppo sono ingegneri software. Ed anche un mezzo “basico” quale la bicicletta non è stato risparmiato dalla trasformazione. Ne volete una prova concreta? La nuova app Bosch eBike Flow, che consente, per esempio, di aggiornare il software nei componenti. Senza dimenticare che l’integrazione del software (e quindi dei molteplici sistemi e controlli che devono funzionare in sincronia) sta diventando sempre più importante ed anche in questo caso, Bosch ha le competenze necessarie. Partiamo dai sistemi di infotainment: entro il 2025 la loro potenza di calcolo e la loro complessità aumenteranno… ma non di un pochino… letteralmente raddoppieranno. Ci sarà un’esplosione di potenza e sarà necessario avere la garanzia che i vari moduli software funzionino in modo affidabile l'uno integrato all'altro. Ma quando si tratta di connettività le idee dell'azienda vanno già oggi ben oltre i veicoli: "Bosch non è solo un fornitore per le vetture, ma sa come muoversi anche in fabbrica e negli ambienti domestici. - ha sottolineato Stefan Hartung - Come nessun'altra azienda, possiamo connettere domini diversi tra loro”. Dall'aprile di quest'anno i modelli Mercedes-Benz con l'assistente vocale MBUX sono anche un centro di comando per le applicazioni smart-home Bosch. Un comando vocale dal posto di guida è sufficiente per contattare la casa intelligente e per esempio spegnere le luci, aprire le tapparelle e controllare il riscaldamento. Tutto ciò dimostra che la tecnologia Bosch sta aprendo la strada a una mobilità sostenibile, sicura ed entusiasmante.


#ca!


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Ibrido a due e quattro ruote

IBRIDO BLU


COMPASS 4XE E RENEGADE 4XE AL GIRO-E, UNA SFIDA NEL SEGNO DELLA SOSTENIBILITÀ CHE HA VISTO LE JEEP PROTAGONISTE di Gianmaria Gabbiani


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Ibrido blu


chi non lo sapesse il Giro-E è una gara-evento con eBike che si disputa sulle stesse strade e nelle stesse date del Giro d’Italia. Una vera sfida cui l'aggiunta della pedalata assistita non toglie fascino né fatica. Si tratta quindi di una manifestazione sportiva a tutti gli effetti, ma anche l'occasione per conoscere un territorio che spesso scorre davanti ai nostri occhi un po’ inosservato. Quest’anno ad affiancare il Randstad E-Cycling team sono state chiamate le nuove Jeep Plug-In hybrid: una Compass ed una Renegade della nuova famiglia ibrida Jeep hanno assistito i ciclisti della nostra squadra, capitanata da Roberto Chiozzotto, triatleta e Campione del Mondo di apnea. Alternandomi tra i due ruoli di "pilota-ciclista" e team manager, ho potuto testare la Compass nelle vesti di ammiraglia, o meglio di #ammiragliacanaglia.

Un’esperienza che mi ha regalato davvero emozioni uniche, dandomi la possibilità di emulare i grandi di questo sport a due ruote nei vari aspetti sportivi ed organizzativi. Da sempre il Giro porta con sé spettacolo ed opportunità per il territorio, ma abbiamo anche la responsabilità di lasciare quanto più possibile le zone che visitiamo come le abbiamo trovate. Da qui la decisione di fare la nostra parte, oltre che con la massima educazione, con la scelta di impattare il meno possibile sull’ambiente grazie a vetture ecologiche. Abbiamo così potuto apprezzare l'efficienza delle due Jeep, ma anche le prestazioni dato che certo i cavalli non mancano, soprattutto quando i propulsori lavorano in combinazione. Le prestazioni quasi da sportiva vanno ben amministrate, mentre l'utilizzo extraurbano ha aiutato nell'ottimizzare i consumi. Ogni notte, come buona abitudine con una PHEV, ricaricavamo le batterie


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Ibrido blu


alle colonnine pubbliche o presso gli hotel, trovandoci sempre pronti la mattina seguente a ripartire pieni di energia. Oltre a ciò mi piace sottolineare che la trazione integrale 4Xe ci ha tolto d'impaccio in più di una occasione, quando ci siamo trovati su fondi difficili e su strade di montagna spesso anche in compagnia della pioggia, che ci ha fatto compagnia per oltre metà delle tappe. Nonostante molti dei membri del team non fossero dei ciclisti provetti, abbiamo dimostrato che con le eBike tutti si possono divertire ed esprimere, col dovuto impegno, prestazioni di qualità… e i risultati non sono mancati: il quinto posto in classifica generale, la terza posizione nella graduatoria master e soprattutto la vittoria assoluta nelle tappe di Cattolica e sul Monte Zoncolan. Abbiamo conosciuto tanti nuovi amici e incontrato alcuni che non vedevamo da tempo. Il nostro team

ha visto la partecipazione di molti volti noti, quali l’ex juventino Moreno Torricelli, Ottavio Missoni Jr, il campione di rugby Mauro Bergamasco, il famoso sciatore Kristian Ghedina, le "Iene" Nicolò De Devitis e Veronica Ruggeri. Partecipare a questo evento ci ha insegnato tanto su noi stessi, su un nuovo modo di fare sport, sul mondo dell'ibrido a due e quattro ruote. La mobilità sostenibile è la sfida del secolo. Le eBike aiutano a superare grandi salite ed i veicoli elettrificati ad inquinare meno, senza dimenticare che, in ogni caso, la differenza dobbiamo farla noi, con la sensibilità dei nostri comportamenti e con l'impegno verso un obiettivo comune. Questo è un po' il messaggio scaturito anche dal Giro-E e che noi del Randstad eCycling Team vogliamo fare nostro. Nel 2022 ci aspettano le tante novità di un mondo in evoluzione e non vediamo l'ora di ricominciare, magari con una delle nuovissime Jeep Wrangler 4Xe… why not?

#ca!


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#chenovità

KIA SPORTAGE non sbaglia un colpo


ARRIVA LA QUINTA GENERAZIONE (A TRENT’ANNI DAL DEBUTTO) ARRICCHITA DA UN’INEDITA VERSIONE IBRIDA PLUG-IN, ESCLUSIVAMENTE DEDICATA AL MERCATO EUROPEO


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#chenovità

Sportage non sbaglia un colpo

molto atteso e, a prima vista, non delude le aspettative. Stiamo parlando del nuovo Sportage, il mid-suv di Kia che arriva sul mercato con una versione pensata e dedicata al pubblico Europeo. Sviluppato su una nuova piattaforma, Sportage è ora un concentrato di ingegneria high-tech, con passo e proporzioni ideali per le strade europee, motori con tecnologia ibrida e numerose innovazioni sul fronte sicurezza. L'impatto estetico del nuovo Sportage non lascia indifferenti. Linee tese e ben definite si incrociano sulle superfici della vettura, sottolineando una silhouette decisa e raffinata che sfocia in una presenza su strada decisamente dinamica. Nella parte anteriore spicca la griglia nera che si estende su tutta la larghezza e ben si raccorda con i fari led dalla forma futuristica a boomerang. Il profilo laterale del nuovo Sportage, rende omaggio alla sua tradizione di iconico suv, grazie a linee tese che fluiscono sulle superfici della carrozzeria equilibrandosi perfettamente sui volumi contrastanti, per un risultato finale di forte presenza sulla strada. Una novità per la gamma Sportage è la possibilità di scegliere le colorazioni con tetto a contrasto nero, così da accentuare il profilo sportivo ed evidenziare il montante C dall’architettura filante. Al posteriore emerge con un muscoloso fastback inclinato e felicemente raccordato alle luci posteriori che sono state disegnate con un taglio netto. I particolarissimi ed inediti gruppi ottici posteriori a rasoio sono collegati da una sottile linea orizzontale.


Il nuovo EuropeanSportage è anche disponibile in una versione più sportiva e dinamica, GT-Line, che accentua ulteriormente le sue caratteristiche di suv altamente prestazionale. La versione GT-Line enfatizza le linee uniche con cromie esclusive. Gli interni giocano su forti contrasti tra bianco e nero, conferendo all’abitacolo un aspetto moderno e attrattivo. Su tutte le versioni è invece presente il Terrain Mode, che regola automaticamente le impostazioni del veicolo per una guida ottimale su neve, fango e sabbia. Quando si esclude il Terrain Mode, Sportage passa automaticamente alla modalità Drive e si possono selezionare le configurazioni Comfort, Eco o Sport


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#chenovità

Sportage non sbaglia un colpo

L’abitacolo del nuovo Sportage gioca con l'audacia delle forme, la qualità dei materiali e l'innovazione dei più avanzati sistemi tecnologici. Sulla plancia svetta il display curvo, integrato con il touchpad e le prese d'aria dalle forme definite e dal design sportivo. Il touchscreen high-tech da 12,3 pollici e il controller integrato fungono da centro nevralgico per le esigenze di connettività, funzionalità e utilizzabilità sia per il guidatore sia per il passeggero. Entrambi i sistemi sono estremamente facili da usare, altamente intuitivi e morbidi al tatto. Il software avanzato del nuovo EuropeanSportage consente agli utenti di connettersi con il proprio veicolo a distanza tramite l'app per smartphone Kia Connect. La tecnologia interattiva è di facile utilizzo e offre agli utenti l'accesso alle principali funzionalità di bordo quali i servizi Kia Live, la navigazione online, il riconoscimento vocale online e l'integrazione del calendario dallo smartphone. Nella consolle centrale, posizionata all’insegna della massima ergonomia per guidatore e passeggero, spiccano spazi dedicati per lo stivaggio di oggetti e interruttori soft-touch.

Lo spazio interno è fortemente razionale e unisce praticità, funzionalità e versatilità, grazie a un passo compatto di 2.680 mm, una larghezza di 1.865 mm, una lunghezza di 4.515 mm e un'altezza di 1.645 mm. Ciò ha consentito di offrire un grande e vivibile spazio ai passeggeri nonché un’ottima capacità di carico. Il bagaglio raggiunge i 591 litri ma i sedili posteriori pos-

sono essere ripiegati nella suddivisione 40:20:40, portando il volume disponibile al carico a ben 1.780 litri. Il nuovo Sportage arriva sul mercato con una ampia gamma di moderni propulsori ibridi HEV e ibridi plug-in PHEV. Sui veicoli con tecnologia HEV il pacco batteria è stato ubicato sotto i sedili della seconda fila, al fine di offrire lo stesso comfort dimensionale dei modelli Sportage con motore a combustione interna. Per la versione PHEV la batteria ad alto voltaggio è stata posizionata centralmente tra i due assali, garantendo una distribuzione equilibrata delle masse e uno spazio interno confortevole. La versione PHEV del nuovo Sportage impiega il motore T-GDI da 1,6 litri, abbinato ad un motore elettrico da 66,9 kW servito da una batteria agli ioni di litio da 13,8 kWh. Tale combinazione offre una potenza totale di 265 CV, con 180 CV erogati dal motore termico. La versione HEV di Kia Sportage dispone anch’essa del 1.6 T-GDI 180 CV, a cui è stato affiancato un motore elettrico da 44,2 kW con una batteria agli ioni di litio da 1,49 kWh. In questo caso la potenza totale del sistema è di 230 CV. Il motore 1.6 T-GDI è disponibile anche con sistema mild hybrid, sviluppato per ridurre le emissioni e ottimizzare l’efficienza, sia nella versione da 150 CV sia in quella da 180 CV. Nella gamma del nuovo Sportage europeo è disponibile anche un motore diesel da 1,6 litri mild hybrid ad alta efficienza e ridotto impatto ambientale da 136 CV. Il motore 1.6 T-GDI viene abbinato ad un cambio automatico a doppia frizione a 7 marce o ad un cambio manuale a 6 marce. Il diesel da 1,6 litri può invece essere scelto con un cambio manuale intelligente a sei marce o con cambio automatico. L’innovativa piattaforma ha influito notevolmente anche sulla piacevolezza di guida del nuovo Sportage, permettendo una maggiore precisione, una stabilità più elevata e una maneggevolezza superiore con più agilità e sportività. Sterzo e sospensioni sono state oggetto di meticolosa messa a punto



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Sportage non sbaglia un colpo

con un risultato complessivo di grande omogeneità ma va anche rilevato che sotto la carrozzeria c'è una rinforzata e leggera struttura dall'elevata rigidità torsionale. E’ nuova anche la sospensione a controllo elettronico, che offre un comfort ottimale e livelli di sicurezza superiori in ogni circostanza grazie al controllo continuo in tempo reale. Oltre a ciò il sistema AWD a controllo elettronico assicura che la distribuzione della coppia avvenga in modo ottimale tra ruote anteriori e posteriori a seconda delle condizioni stradali. L'acclamata tecnologia Advanced Driver Assistance System, sviluppata internamente da Kia, dispone del sistema di prevenzione delle collisioni frontali di Kia, con la funzionalità Junction Turning, che aiuta a evitare impatti con le auto in arrivo nella direzione opposta mentre la Highway Driving Assist mantiene la distanza e la velocità impostate dal veicolo che precede in autostrada e aiuta a mantenere l’auto nella corsia di marcia. Ulteriore funzionalità è quella di regolare in modo autonomo la velocità, sempre in autostrada, in base alla presenza di curve: il sistema riduce automaticamente la velocità prima di affrontare una curva e ripristina il limite di velocità impostato al ritorno in rettilineo. Quando si aziona l'indicatore di direzione per cambiare corsia, se esiste il rischio di collisione con un veicolo sul lato posteriore, il nuovo sistema Blind-Spot Collision-Avoidance Assist (BCA) fornirà un avviso al conducente. Dopo l'avvertimento, se il rischio di collisione persiste, BCA interverrà per evitare l’impatto. BCA è attivo anche in situazioni come le manovre di parcheggio in parallelo. Infine una nota sul Blind-Spot View Monitor (BVM), anch’esso incluso nel nuovo Sportage per migliorare la visibilità del conducente durante i cambi di corsia, visualizzando l'immagine della parte posteriore del veicolo nel quadro strumenti.


"La nuovissima Sportage è stata progettata con cura, sviluppata e affinata in modo specifico per l'Europa, in un processo che annulla i confini per stabilire nuovi benchmark nel segmento del suv. - ha dichiarato Jason Jeong, presidente di Kia Europe - Con il suo design avanzato e di tendenza sia all’esterno sia all’interno, il nuovo Sportage combina una presenza sportiva con un abitacolo premium tale da aspirare ad essere leader di categoria, beneficiando delle migliori tecnologie oggi disponibili, per un prodotto capace di segnare una vera svolta. Il nuovo Sportage vanta inoltre soluzioni tecniche avanzate per l’elettrificazione dei motori, con modelli ibridi efficienti ed ecologici che possono soddisfare tutte le esigenze dei clienti”

#ca!


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#chenovità

Honda HR-V Hybrid

PRONTO ALLA SFIDA PROGETTATA CON L'ATTENZIONE RIVOLTA AL MASSIMO PIACERE E COMFORT DI GUIDA, LA NUOVA GENERAZIONE DI HONDA HR-V PRESENTA UNA STRUTTURA DELLA SCOCCA PIÙ RIGIDA E BENEFICIA DI IMPORTANTI MIGLIORIE ALLE SOSPENSIONI, ALLO STERZO E AL SISTEMA FRENANTE… MA SOPRATTUTTO ENTRA A PIENO DIRITTO NELL’ERA DELL’ELETTRIFICAZIONE GRAZIE AD UN INTERESSANTE SISTEMA IBRIDO



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#chenovità

Pronto alla sfida

rriverà dai concessionari italiani verso febbraio-marzo del prossimo anno ma il nuovo Honda HR-V sta già facendo parlare di sé. Il nuovo sfidante Honda nel segmento mid-suv ha ora un look decisamente più attuale (finalmente al passo con i tempi…) che mostra una decisa personalità, mentre gli interni appaiono curati, ben rifiniti e molto spaziosi ma senza l’appeal esclusivo delle forme esterne. Ma in fin dei conti, pur tra tante modifiche e migliorie, il nuovo Honda HR-V è destinato ad attirare l’attenzione per qualcosa di molto concreto che sta sotto il cofano: la nuova propulsione ibrida e:HEV. Questo sistema di propulsore a due motori, disponibile anche sulla nuova Jazz, offre soluzioni sviluppate nel corso dei 20 anni di storia dell'ibrido Honda. Per essere montato su HR-V è stato sottoposto a una serie di revisioni che hanno dovuto tener conto delle dimensioni e della massa del suv. La potenza e la coppia sono state portate rispettivamente a 96 kW (131 CV) e 253 Nm, mentre il rapporto finale della trasmissione è stato ridotto per ottenere performance di guida migliori. Il sistema di batterie e:HEV del nuovo HR-V ha una densità di energia che permette al propulsore di generare potenza in modo fluido e costante. Il numero di celle della batteria è stato portato a 60,



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Pronto alla sfida

permettendo al nuovo arrivato di Casa Honda di garantire prestazioni di guida tipiche di un suv di categoria superiore. La batteria ha dimensioni ideali, sufficientemente compatte da evitare di incidere sullo spazio interno, in modo da offrire un pianale totalmente piatto. Ma, lo sappiamo, un’automobile non è solo estetica e motore. L'attuale piattaforma del nuovo HR-V è stata aggiornata con l'utilizzo di acciaio ad alta resistenza, per una migliore rigidità della scocca. Per la traversa centrale del pianale (e all'interno del pilastro centrale) è stato utilizzato acciaio 980 per migliorare ulteriormente la resistenza, riducendo al contempo il peso di 1,5 kg. Dietro i montanti posteriori è stata aggiunta una struttura ad anello quale ulteriore rinforzo del telaio, per ottenere un maggiore controllo su ogni singola ruota e offrire un miglior comportamento dinamico. Oltre a ridurre l'impatto del peso della componente elettrica e a migliorare la sicurezza, l’aumento della rigidità si combina con l'aggiornamento delle sospensioni a basso attrito e passo più lungo, a favore di una migliore stabilità. Ciò significa che le irregolarità e le sconnessioni più consistenti del manto stradale vengono assorbite facilmente, le vibrazioni vengono eliminate e il rumore del motore ridotto. Per ottimizzare le capacità dinamiche dell’HR-V si è lavorato anche sulla rigidità e la resistenza



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Pronto alla sfida

alla torsione del piantone dello sterzo, puntando ad una maggiore fluidità nei cambi di direzione. Ora l'ingresso in curva è più diretto e preciso, con una sensazione molto più lineare in manovra rispetto alla precedente generazione. Anche la sospensione risulta più reattiva. A questo scopo è stato aumentato l’offset della molla per ridurre le forze laterali sull'ammortizzatore, che ora presenta anche un ridotto attrito interno. Tutto ciò, unito ai giunti sferici a basso coefficiente di attrito e alle boccole ottimizzate, offre un movimento più fluido e lineare. Al posteriore, il design e la costruzione delle boccole stabilizzatrici sono stati modificati per migliorare il controllo delle ruote e il comfort di guida. Dal canto suo la potenza della frenata è garantita da un sistema che vanta dischi anteriori forati da 293 mm e dischi posteriori pieni da 282 mm. Inoltre un servofreno elettrico su misura controlla e modula i freni rigenerativi e idraulici, incrementando potenza e fluidità di frenata. D’altro canto, per ridurre l'affaticamento del guidatore nei viaggi a lunga percorrenza risulta molto interessante la modifica del posizionamento del pedale del freno Infine va rilevato che mettendo a punto e testando ripetutamente ogni elemento ad impatto diretto sull'esperienza di guida, Honda ha notevolmente migliorato maneggevolezza e comfort di HR-V.


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